Tornato a Londra, ieri pomeriggio. Questa citta' ti aggredisce ogni volta, ti stordisce con colori e suoni e persone, tante persone, troppe persone, persone dappertutto. Poi ci fai l'abitudine e ti sembra "normale" (qualsiasi cosa questo aggettivo significhi). L'esperienza di molti ritorni mi ha insegnato che ci vorranno ancora un paio di giorni per trovare tutto questo sopportabile.
Soprattutto perche' ho passato tempo davvero per me. Camminate in collina al tramonto col mio adorato cane, ore passate a leggere in giardino, giri in bici tra campi di grano e di girasoli. E prima Firenze e Sant'Andrea in Percussina, con la vista sulla vallata che porto ancora dentro di me. Qualche puntata a Milano per vedere amici, mostre e film, per passare alla radio (esperienza che rientra comunque nel capitolo "vedere amici").
Non ho molto da raccontarvi, forse sarete anche voi un po' delusi, come le persone che ho incontrato a Londra in questi giorni. Tutti si aspettano racconti, avventure. Qualcuno pretende addirittura che parli di calcio e si stupisce molto quando dico di non aver visto neanche un secondo di partita. Mi chiedono se mi sono ripreso dopo i festeggiamenti e quando rispondo che dormivo tranquillamente e ho saputo il risultato solo il giorno dopo sgranano gli occhi, non mi prendono sul serio.
Insomma sono state vacanze tranquillissime, passate per lo piu' nella casa di campagna dove hanno vissuto i miei nonni, con amici cari, buone letture, la mia collezione di vinili, il mio cane.
Pero' sono sicuro che proprio di queste giornate, di questo tempo dilatato avevo bisogno. Di immergermi nel passato, nei luoghi dove sono stato bambino, vedendo gli amici che qui mi mancano. Quel passato che aiuta a comprendere il presente, come in "Everything is illuminated", il libro di Jonathan Safran Foer (e il film di Liev Schreiber).
"Everything in its right place" adesso dunque? No, forse non avvertire il distacco sarebbe pretendere troppo. Ieri sera mentre per la prima volta dopo quasi 20 giorni cucinavo per me (altri hanno cucinato per me in queste due settimane o io ho cucinato per altri - insomma cucinare e mangiare erano esperienze collettive) sentivo sulle mie spalle il peso di tutta la solitudine del mondo.
Ma in questi pochi giorni sono stato davvero bene. Ho riscoperto un'armonia che non ricordavo. Con le persone, il paesaggio attorno a me, con me stesso. Ogni cosa e ogni esperienza hanno trovato una collocazione, un significato, anche se per poco.
Vorrei che questo fosse un ritorno tranquillo. Ho comprato poco fa il nuovo disco di Sufjan Stevens, e mi piacerebbe proprio che fosse il suo folk gentile a segnare il tempo di questo ritorno.
Ho bisogno, molto bisogno, di prolungare la dolcezza del passato.
***
PS del 12/ 7. Non c'entra molto ma mi e' venuta in mente una cosa che mi sono dimenticato di chiedere mentre ero in Italia.
Allora. Martedi' scorso ero a Milano perche' trasmettevo a Radio Popolare. Poi sono andato a cena a casa del mio amico Paolo, che abita a Brera. Per andare da Brera alla mia zona, Porta Genova, ho preso il tram numero 2. Con la fortuna che mi caratterizza sempre, sono passato in Piazza del Duomo proprio al momento dei massimi festaggiamenti che seguivano (credo) la semifinale.
Il tram si e' fermato proprio in mezzo al tifo, per una macchina sui binari (con i lampeggianti, le portiere aperte, ma nessun proprietario nelle vicinanze!). Quando il tramviere ha aperto le porte, e' entrata un'orda di tifosi, con bandiere e trombe. Tutti saltavano cantando "Chi non salta un tedesco e'", come se poi appartenere alla nazione che ha generato Hesse e i Can fosse un'ignominia, il che e' tutto da dimostrare se ci pensate. Gli unici che non saltavano eravamo io, che continuavo a leggere il giornale, e una modella finlandese che cercava anche lei di leggere il suo libro. Il che naturalmente mi ha permesso di conoscere la modella finlandese.
Ma mentre parlavo con lei e' successa una cosa che non riesco proprio a spiegarmi. Tutti, dico tutti i tifosi hanno iniziato a cantare il giro di basso di "Seven nation army" degli White Stripes! Sono sicuro, sicurissimo di quello che dico. E, pensate, dalla strada, altre persone si sono messe a cantare pure loro lo stesso pezzo.
Ora, la domanda che vorrei fare a chi se ne intende e': sono io che sono impazzito e ho cominciato a sognare, oppure "Seven nation army" e' diventata, in Italia (o nel mondo?) un coro da stadio? E com'e' che e' successo tutto questo?
Soprattutto perche' ho passato tempo davvero per me. Camminate in collina al tramonto col mio adorato cane, ore passate a leggere in giardino, giri in bici tra campi di grano e di girasoli. E prima Firenze e Sant'Andrea in Percussina, con la vista sulla vallata che porto ancora dentro di me. Qualche puntata a Milano per vedere amici, mostre e film, per passare alla radio (esperienza che rientra comunque nel capitolo "vedere amici").
Non ho molto da raccontarvi, forse sarete anche voi un po' delusi, come le persone che ho incontrato a Londra in questi giorni. Tutti si aspettano racconti, avventure. Qualcuno pretende addirittura che parli di calcio e si stupisce molto quando dico di non aver visto neanche un secondo di partita. Mi chiedono se mi sono ripreso dopo i festeggiamenti e quando rispondo che dormivo tranquillamente e ho saputo il risultato solo il giorno dopo sgranano gli occhi, non mi prendono sul serio.
Insomma sono state vacanze tranquillissime, passate per lo piu' nella casa di campagna dove hanno vissuto i miei nonni, con amici cari, buone letture, la mia collezione di vinili, il mio cane.
Pero' sono sicuro che proprio di queste giornate, di questo tempo dilatato avevo bisogno. Di immergermi nel passato, nei luoghi dove sono stato bambino, vedendo gli amici che qui mi mancano. Quel passato che aiuta a comprendere il presente, come in "Everything is illuminated", il libro di Jonathan Safran Foer (e il film di Liev Schreiber).
"Everything in its right place" adesso dunque? No, forse non avvertire il distacco sarebbe pretendere troppo. Ieri sera mentre per la prima volta dopo quasi 20 giorni cucinavo per me (altri hanno cucinato per me in queste due settimane o io ho cucinato per altri - insomma cucinare e mangiare erano esperienze collettive) sentivo sulle mie spalle il peso di tutta la solitudine del mondo.
Ma in questi pochi giorni sono stato davvero bene. Ho riscoperto un'armonia che non ricordavo. Con le persone, il paesaggio attorno a me, con me stesso. Ogni cosa e ogni esperienza hanno trovato una collocazione, un significato, anche se per poco.
Vorrei che questo fosse un ritorno tranquillo. Ho comprato poco fa il nuovo disco di Sufjan Stevens, e mi piacerebbe proprio che fosse il suo folk gentile a segnare il tempo di questo ritorno.
Ho bisogno, molto bisogno, di prolungare la dolcezza del passato.
***
PS del 12/ 7. Non c'entra molto ma mi e' venuta in mente una cosa che mi sono dimenticato di chiedere mentre ero in Italia.
Allora. Martedi' scorso ero a Milano perche' trasmettevo a Radio Popolare. Poi sono andato a cena a casa del mio amico Paolo, che abita a Brera. Per andare da Brera alla mia zona, Porta Genova, ho preso il tram numero 2. Con la fortuna che mi caratterizza sempre, sono passato in Piazza del Duomo proprio al momento dei massimi festaggiamenti che seguivano (credo) la semifinale.
Il tram si e' fermato proprio in mezzo al tifo, per una macchina sui binari (con i lampeggianti, le portiere aperte, ma nessun proprietario nelle vicinanze!). Quando il tramviere ha aperto le porte, e' entrata un'orda di tifosi, con bandiere e trombe. Tutti saltavano cantando "Chi non salta un tedesco e'", come se poi appartenere alla nazione che ha generato Hesse e i Can fosse un'ignominia, il che e' tutto da dimostrare se ci pensate. Gli unici che non saltavano eravamo io, che continuavo a leggere il giornale, e una modella finlandese che cercava anche lei di leggere il suo libro. Il che naturalmente mi ha permesso di conoscere la modella finlandese.
Ma mentre parlavo con lei e' successa una cosa che non riesco proprio a spiegarmi. Tutti, dico tutti i tifosi hanno iniziato a cantare il giro di basso di "Seven nation army" degli White Stripes! Sono sicuro, sicurissimo di quello che dico. E, pensate, dalla strada, altre persone si sono messe a cantare pure loro lo stesso pezzo.
Ora, la domanda che vorrei fare a chi se ne intende e': sono io che sono impazzito e ho cominciato a sognare, oppure "Seven nation army" e' diventata, in Italia (o nel mondo?) un coro da stadio? E com'e' che e' successo tutto questo?
Commenti
Ancora bentornato!
Terro' con me i vostri preziosi consigli. Grazie, mi siete mancati. "Con calma" appena avro' un momento recuperero' anche gli arretrati dei vostri blog. Mi siete mancati.
Giancarlo.
non dimenticare che c'è, nei momenti poco sereni. avrai un luogo dove ritrovare il sorriso..
un abbraccio*
e "everything is illuminated" è bellissimo :o)
benvenuto comunque nella dura realta
E' bello che gli alieni si ritrovino. Potere della rete, che non potremo mai finire di ringraziare per il suo significato terapeutico. Prima gli alieni erano davvero alieni, adesso ci si trova. Non e' poco. Grazie a entrambi per avere scritto, you made my day come dicono qui.
Ele -
Spesso pero' e' cosi' invisibile che proprio dopo un po' non si sente piu' quell'abbraccio. Pero' l'ho sentito, forte e chiaro. L'abbraccio che illuminava ogni cosa. Non e' poco.
Gealach -
Non conosco molto bene Cat Stevens, ma quel brano si'. Mi ricorda gli anni del liceo, era uno di quei pezzi che i miei compagni ascoltavano sempre in gita (insieme a Battisti e Vasco direi che era uno dei piu' suonati sui pullman verso Firenze e Roma). Bello che certe cose poi siano diventate "classici" che si tramandano di generazione e in generazione.
Tutti -
Ho inserito un PS con una domanda. Se qualcuno conosce la risposta la scrive nei commenti? Sono troppo curioso di capire cos'e' successo.
L'ha segnalato ieri sul blog Nicola. Anche se non incideva nulla da quasi 35 anni (ne aveva 25 allora e 60 oggi), e' comunque una grave perdita. Ho scoperto di non avere nulla di suo nell'iPod (i suoi dischi e i primi dei Pink Floyd li ho su vinile nella mia collezione che e' rimasta in Italia purtroppo).
Totti , il giocatore della Roma , sul palco del Festival di San Remo alla domanda che canzone gli piacesse intono il giro di basso di 7th Nation Army , canzone che è andata abbastanza sulle radio italiane e l'album ha venduto bene
Il giorno dopo tutta la curva Sud della Roma cantava allo stadio la canzone , poi con i mondiali la hanno cominciata a cantare tutti .
“ POPOPOPO….
E il tifo si scatena
Anche gli azzurri intonano il brano dei tifosi romanisti “
dalla Gazzetta dello sport di ieri 11/07/06.... anche oggi la gazzetta , mi dicono , parla dei WS
non commento, non ho parole e per favore non farmi dire altro perchè da lunedi i miei mal di testa
lavorativi sono aumentati x questa storia
poveri withe tripes...
Ma e' una storia strepitosa! Spero solo che i White Stripes la conoscano. Magari incideranno l'inno della Roma sul prossimo album per chiudere il cerchio. Totti che canta i White Stripes al festival di Sanremo: piu' situazionista di Luther Blissett! Ma quindi molti tifosi cantano "Seven nation army" senza avere mai sentito l'originale, solo perche' l'ha cantata Totti! Se non altro mi hai confermato che non ho sognato i tifosi che cantavano i White Stripes mentre parlavo con una modella finlandese su un tram fermo nel traffico! Cominciavo a preoccuparmi (a proposito dell'essere alieni).
Bar Sport Mundial pero' devo ammettere di averla sentita anch'io qualche volta. Ferrentino e' un mito, forse l'unico collaboratore della radio che ancora mi capita di salutare con la riverenza che si riserva ai grandi. E gli altri che fanno le radiocronache con lui (che invece non ho mai conosciuto) non sono affatto da meno.
è la canzone + scaricata da Itunes Italia da ieri .... voglio evitare ogni ulteriore commento su questa faccenda ...
parliamo di Voghera , và!
"La storia ormai è nota e sotto gli occhi di tutti: la tifoseria italiana ha eletto a furor di popolo (è il caso di dirlo) Seven Nation Army dei White Stripes come proprio inno. Ormai è diventato il coro di tutti e di tutto, quasi un inno nazionale non ufficiale: Eros Ramazzotti lo intona al proprio concerto, Marco Materazzi dal palco dei Rolling Stones a San Siro dà il "La" a 60.000 persone arrivando quasi a seccare Mick Jagger dietro di lui, tutto il Circo Massimo lo canta all'unisono...
Seven Nation Army viene ora pubblicato per la prima volta in Italia: sarà disponibile nei negozi a partire dal 21 Luglio.
Seven Nation Army è il brano che apre il disco Elephant pubblicato dalla XL Recordings nel 2003. Elephant ha già venduto oltre 60.000 copie in Italia e un totale di quasi 5 milioni in tutto il mondo.
I White Stripes sono Meg e Jack White, quest'ultimo ex-fidanzato di Renée Zellweger e attualmente sposato con la modella Karen Elson, che gli ha dato un figlio e che ha partecipato al video dei White Stripes Blue Orchid (2005).
Stiamo inoltre aspettando una frase di commento da parte di Jack White stesso su questa mania scoppiata nel nostro paese: il cantante e chitarrista sa bene che la sua canzone sta spopolando spontaneamente in Italia. Seguirà press-release con le sue dichiarazioni.
SpinGo".
It's awfully considerate of you to think of me here
And I'm much obliged to you for making it clear
That I'm not here.
And I never knew the moon could be so big
And I never knew the moon could be so blue
And I'm grateful that you threw away my old shoes
And brought me here instead dressed in red
And I'm wondering who could be writing this song.
I don't care if the sun don't shine
And I don't care if nothing is mine
And I don't care if i'm nervous with you
I'll do my loving in the winter.
And the sea isn't green
And I love the queen
And what exactly is a dream
And what exactly is a joke.
Questo il testo di Jugband Blues, la sua ultima canzone con i Floyd, prima del crollo.
Il testo si commenta da sè.
Nicola
Mi colpisce soprattutto "And I'm grateful that you threw away my old shoes". Lui di quelle vecchie scarpe si era davvero liberato. Forse era tutto cio' che desiderava.
Ciao a Tutti, ecco la dichiarazione di JACK WHITE dei WHITE STRIPES:
"I am honored that the Italians have adopted this song as their own. Nothing is more beautiful in music than when people embrace A melody and allow it to enter the pantheon of folk music. As a songwriter it is something impossible to plan. Especially in modern times. I love that most people Who are chanting it have no idea where it came from. That’s folk music."
Jack White III
In fondo e' proprio vero: "Seven nation army" e' diventato un pezzo folk, nella definizione letterale del termine. Come, in Italia, sono decisamente piu' folk "Vamos a la playa" e Laura Pausini di qualsiasi Woody Guthrie e Carter Family.