Una sera di questa primavera stavo correndo come un matto attraverso Soho per arrivare da Sister Ray prima che chiudesse. Con la coda dell'occhio, attraversando Wardour Street, vidi un signore che trasportava un voluminoso scatolone e che assomigliava tanto a Ken Loach. Arrivato sul suo stesso marciapiede vidi che sullo scatolone c'era scritto con un pennarello nero KL.

"Ken Loach!" esclamai bloccandomi, e lui mi rispose con un bel sorriso simpatico: "Yes!". "I'd just would like to... thank you for your movies" riuscii a dirgli, prima che lui, continuando a sorridere, appoggiasse a terra lo scatolone e ci stringessimo la mano.

Mi succedesse di ri-incontrarlo, forse gli chiederei di spiegarmi cosa ha davvero voluto dire girando "The wind that shakes the barley". Non che il film sia difficile da capire, la narrazione e' abbastanza lineare, alla fine e' un film che usa un linguaggio piuttosto tradizionale.

Il fatto e' che lascia un amaro in bocca che non riesce ad andare via. Come se il senso ultimo di quello che abbiamo visto fosse "Non importa il periodo storico, e nemmeno la ragione del contendere: la guerra fa parte di questo mondo ed e' destinata a ripetersi perennemente nel corso della storia. E anche chi ha combattuto fianco a fianco per una causa, quando quella causa e' vinta riesce comunque a trovare qualche ragione di dissidio, in un circolo eterno di discordia, violenza, desiderio di prevaricazione".

Se seguite questo blog, sapete che i film di ricostruzione storica non mi appassionano. Ma "The wind that shakes the barley" e' decisamente qualcos'altro. Nel primo quarto d'ora "spiega" le ragioni delle guerre come nessuno era mai riuscito a fare. Trasforma il politico in personale, i grandi ideali in sentimenti intimi, la scelta di combattere per una causa in un istante che cambia per sempre la vita di un uomo o di una donna.

Pero' il messaggio del film e' proprio angosciante, non lascia margini di speranza.

Il trailer lo trovate qui.

Commenti

lophelia ha detto…
Eracliteo...però da come ne parli fa venir voglia di vederlo, anche se con Loach ho un "rapporto" ambivalente di ammirazione-diffidenza per il suo stile a volte didascalico.
Anonimo ha detto…
non l'ho ancora visto, rimedierò appena possible
però mi ricordo bene di "Terra e Libertà" sulla guerra di Spagna, è uno dei film più belli che io abbia mai visto.
La sequenza del funerale con l'Internazionale cantata dai partigiano (e da Billy Bragg, se non ricordo male...) è da storia del cinema.
buon weekend
Auro
Anonimo ha detto…
A te va di culo che per strada incontri KL. A me l'altro giorno è capitato di entrare nei bagni del Superstudio contemporaneamente a Oliviero Toscani. E non mi è venuto proprio un cazzo da dirgli. Ovviamente.
PS Ma che bello è passare di tanto in tanto da queste pagine?
Fabio ha detto…
Lophelia -

Durante il mio periodo italiano di Giugno/ Luglio mi e' capitato di pranzare con un po' di colleghi della radio (Danilo Debiasio, Chowki Senouci, Lorenza Ghidini, tutte voci che ti sara' capitato di sentire nei notiziari di Popolare Network). Il discorso a un certo punto e' caduto su come Radio Popolare e' cambiata con la nuova direzione, e il mio amico Danilo ha parlato di "interpretazione non ideologica della realta'". Ecco, e' un po' quello che manca a Loach, ma del resto lui ammette di essere un marxista piuttosto ortodosso.

Auro -

"Terra e liberta'" forse era piu' toccante, in "The wind that shakes the barley" c'e' piu' azione. Scatena rabbia, ma e' meno emozionante secondo me. Pero' dato che ti capita di passare da Londra se non ho capito male, puoi approfittare del fatto che qui e' gia' uscito.

Ant -

E che bello passare dal tuo sito! Toscani pero' delle cose non convenzionali le ha anche sapute esprimere. Non lo ringrazierei pero', eh, quello no!
dalianera ha detto…
Avevo in mente di andare a vedere questo film, visto che Ken Loach parla di uno dei temi che piu' mi stanno a cuore, come la questione nord-irlandese.
Le tue parole riportate credo siano di un realismo disarmante.
Purtroppo, ogni tipo di guerra, a maggior ragione quello che accadde tra il 1916 (24 Aprile) con l'Insurrezione di Pasqua fino al 1922 (22 Agosto) con la morte di Michael Collins per mano di un suo stesso connazionale, è anche questo:
"È facile sapere contro cosa si combatte. Più difficile è sapere in cosa davvero si crede".

Ciao Fabio.
Anonimo ha detto…
sorry, non ho in programma Londra per ora. Il film credo sia in uscita anche qua e comunque il mio inglese non mi permette di vederlo in lingua originale e capirci qualcosa.
E' vero che KL è schierato, e anche dalla parte giusta, ma prima di tutto è un grande regista (vedi anche My Name Is Joe e Riff Raff).
Più in generale, non ho niente contro la cultura, l'informazione e l'arte schierate, le preferisco di gran lunga a quelle ipocritamente neutrali. Vale anche per RP.
Auro
Anonimo ha detto…
per molto tempo ho pensato che Londra fosse un sottoinsieme finito, ma di non numerabile cardinalita', del mondo. ora penso che Londra ne sia un sovrainsieme, perche' ogni cosa pensabile vi accade, nel regno del fisico e del metafisico...

sono sicuro che henry e' d'accordo! ;)

un saluto -
Fabio ha detto…
Tack -

Hai fotografato perfettamente il senso del film. L'impressione che ho avuto e' proprio che molti combattessero come "reazione" ma senza un progetto condiviso. E che Ken Loach intendesse "universalizzare" quell'esperienza per interpretare il presente: Iraq, Afghanistan, Libano...

Auro (RT credo) -

Di fatto i film che citi io li ho preferiti perche' li ho sentiti piu' vicini. "Riff raff" non lo vedemmo insieme al cineforum di Tortona parecchi anni fa? Uscii con una rabbia...

Auro -

Sarebbe materia di un post. Molte di queste cose incredibili pero' sono anche "distrazioni" da un percorso. A volte mi sembra di girare intorno senza muovermi davvero, stratificando il presente senza vedere un futuro.
Fabio ha detto…
Stef -

No, Winterbottom no, non nominarlo neanche che porta male! [C'e' gia' stato un lungo dibattito su di lui da queste parti].
Henry ha detto…
arrivo in ritardo lo so ma mi son sentito chiamato in causa...

londra per me e' tutto e il contrario di tutto. ogni giorno, in ogni attimo, ti puo' succedere di vedere, ascoltare, annusare, leggere qualcosa o qualcuno che in qualche modo, dara' uno scossone alla tua vita.

poche citta' a mio avviso hanno questo potere. forse e' un bene. forse no.

io londra la amo per questo.