Ogni tanto nella mia posta arriva un messaggio del mio amico Teo, sempre molto gradito, che mi invita a qualche concerto. Un paio d'anni fa mi parlo' di un cantautore americano che, secondo lui, mi sarebbe molto piaciuto. Il concerto si teneva allo Scala, un piccolo venue dalle parti di King's Cross. Quando si spensero le luci, sali' sul palco questo ombroso cantante barbuto accompagnato da un contrabbassista di colore. Amai quello che aveva da raccontare fin dalla prima nota. La sua voce era come cartavetrata, che pero' invece di graffiare accarezzava. Arrivava direttamente all'anima, non potevi cercare di fermare quella musica. Dopo i primi brani sali' sul palco un quartetto d'archi. Iniziai a volare, senza sapere piu' dove mi trovavo. "Astral Weeks", Crosby, Stills, tutto mischiato in modo originale per il presente. Il pubblico di appassionati ascoltava in silenzio religioso. Per giorni pensai a quel concerto. La mia barba crebbe in modo selvatico, come quella di quel giovane fuori dal tempo, sensibile e taciturno. Che si chiamava Ray Lamontagne.

L'estate scorsa ero a un festival, a Victoria Park, con la mia amica Saskia. Sul palco principale si alternavano i nomi di punta di quei giorni: Guillemots, Lily Allen, eccetera. Il tempo era meraviglioso, non troppo caldo, con la luce del sole che ogni tanto si nascondeva dietro a qualche nuvola passeggera. Ce ne stavamo sdraiati sull'erba, ascoltando pigramente, scambiandoci opinioni, sgranocchiando biscotti. A un certo punto, saranno state ormai le sette, ci siamo alzati per andare a cercare del cibo, e mentre passeggiavamo tra gli stand di veggie burger e curry, siamo stati attratti dai suoni di un piccolo palco secondario. Sotto alcuni alberi, un cantante di colore stava facendo impazzire un pubblico di giovani scatenati al suono di standard soul. Tra un brano e l'altro, i giovani gridavano in coro il suo nome: Geno, Geno, Geno. Saskia e io decidemmo di unirci a quella danza irrefrenabile. Ricordo quel momento, sotto quegli alberi, come uno dei piu' belli della scorsa estate. Quel cantante di colore, che conoscevo per l'hit dei Dexys Midnight Runners dedicato proprio a lui, si chiamava Geno Washington.

In quest'ultima settimana mi e' capitato di risentirli: Geno Washington al Barbican Domenica sera e Ray Lamontagne all'Hammersmith Apollo ieri sera. Ho sognato di ricreare quei momenti di scoperta, quelle magiche sorprese.

Non ci sono riuscito. Concerti entrambi molto belli. Ma concerti, non eventi. Bravissimi entrambi, trascinanti, meravigliosi. Ma non e' stata la stessa cosa. Sapevo cosa aspettarmi.

Solo la sorpresa sa davvero fare battere il cuore, lasciando dietro di se' ricordi che restano dentro di noi indelebili al trascorrere del tempo.

[Ah, vi ricordate di ascoltare Prospettive Musicali questa Domenica e la prossima, vero?].

Commenti

lophelia ha detto…
Ci ricorderemo, certo! a proposito: visto che riesco finalmente ad ascoltare Radio Pop al mattino (mi vergogno a dire la soluzione: dovevo connettere gli auricolari sul retro del Pc anziché sul davanti...) mi ricordi anche i prossimi appuntamenti con Zoe? grazie
Fabio ha detto…
I, 15 e 29 Marzo. E' un'anteprima, le ho comunicate Venerdì alla redazione.
zoe ha detto…
Fabio
anche tu?... cavolo mi spiace... davvero... ti abbraccio [stasera nn riesco a dir di più... ma oggi ti pensavo, giuro!]