Un po' di nuovi arrivi sui miei scaffali, colonna sonora di questo piovoso fine settimana:


Arvo Part/ Estonian Philarmonic Chamber Choir/ Paul Hillier Da pacem (Harmonia Mundi 2007).

Il commesso della sezione classica di HMV che mi sorride complimentandosi per aver comprato uno dei suoi dischi preferiti dell'ultimo anno, e subito dopo mi fa leggere una sua recensione, mi introduce all'ascolto di questa raccolta di lavori recenti scritti dall'ultra-settantenne compositore estone. Eseguiti dal meraviglioso EPCC, diretto dal maestro Hillier. Nove composizioni sacre, tra le quali spicca una silenziosa "Salve Regina" con le voci che galleggiano su un organo che accentua profondita' e silenzi. La raccolta include "Dopo la vittoria", una piccola cantata commissionata dal Comune di Milano per celebrare Sant'Ambrogio. Molto consigliati tutti i dischi nei quali l'EPCC esegue Part, sono tre. E per conoscere le origini del compositore baltico, i lavori del suo maestro, Heino Eller, soprattutto Neenia, pubblicato qualche anno fa da ECM New Series.


Mum The Peel session (Fat Cat 2007).

Solo 4 tracce, ma tra le migliori incise dalla formazione islandese. Incise nel 2002, quando i Mum incrociavano elettronica analogica e strumenti tradizionali. Il finale di "Awake on a train" - da "Yesterday was dramatic - today is OK" merita da solo l'acquisto del disco. "Scratched bycicle/ smell memory" ricorda i migliori Tortoise. "Now there is that fear again" e' presente in una versione drammatica e solenne, come facevano dal vivo in quel periodo. "The ballad of the broken string" e' ambientale e cinematica.


Sun Kil Moon Ghosts of the great highway (Jetset 2004).

Viene ristampato in questi giorni il capolavoro del gruppo di Mark Kozelek, nato dallo scioglimento dei grandissimi e misconosciuti Red House Painters. Con un bonus disc contenente sei brani in versione acustica. Per me altrettanto indispensabili. Gli arpeggi e la particolare voce di Kozelek parlano all'anima, anche quando i brani si coprono di elettricita' - "Salvador Sanchez" per esempio. "Carry me Ohio" e "Gentle Moon" fanno ancora battere il cuore e nella malinconia dei quasi quindici minuti di "Duk koo kim" ci si perde ancora.


Toquinho Boca da noite (RGE 1974).

E parlando di malinconia arriviamo in Brasile. "Boca da noite" e' tra quelli che posseggo il migliore disco di Toquinho. Bossanova piena di saudade, sorretta da una tecnica chitarristica sopraffina, un pianoforte, una viola, un flauto. Mancano, e' vero, le straordinarie liriche del sublime Vinicious De Moraes, ma il chitarrista di Sao Paulo sopperisce con alcuni strumentali ricchi di atmosfera. Si trova con un po' di fatica in una ristampa della brasiliana Som Livre. Scrivete loro e fatevelo mandare a casa, oppure chiedete al sempre fornitissimo mail order di Other Music di New York. Gia' che ci siete procuratevi anche Transa di Caetano Veloso: si ascoltano molto volentieri in sequenza.


[Nel fine settimana sono stato anche un paio di volte al cinema. Sabato ho visto "The science of sleep" di Michel Gondry, e francamente non mi ha lasciato nulla. A differenza di "Eternal sunshine of the spotless mind" che mi era piaciuto moltissimo. Troppo farraginoso, recitazione sempre sopra le righe, surrealismo dove un po' di sano realismo avrebbe giovato. E invece ottimo il film che ho visto ieri pomeriggio al Renoir - che, detto per i lettori londinesi, non fa piu' il primo spettacolo a 6 pounds durante il fine settimana, e ha aumentato il prezzo del biglietto a ben 9 pounds. Non e' bello e originale come "Uzak", ma il nuovo film di Nuri Bilge Ceylan, "Climates", descrive la disintegrazione di una coppia in modo davvero poetico. Si passa dal calore di un'estate al mare a una nevicata tra le montagne dell'entroterra turco, e la relazione segue il cambiamento delle stagioni. Meravigliosa la scena della cena in riva al mare, quasi all'inizio del film - una take unica a cinepresa fissa, come piace a me, che da' estremo risalto alle parole].

[E Sabato pomeriggio sono stato alla Tate Modern a vedere la mostra di Gilbert & George. Troppo, troppo completa. Ma com'e' possibile dedicare venti sale a due artisti che si sono ripetuti per decenni? Gli enormi billboard annoiano, esci sfinito. Il meglio accade nelle prime gallerie. Belli e ironici i carboncini della prima sala, con i due artisti londinesi in trasferta nella campagna inglese. E sempre memorabile la serie degli anni '70 ispirata a graffiti murali, che pero' avevo gia' visto qualche anno fa alla Serpentine Gallery. Il resto stanca un po' secondo me. Giovedi' prossimo, comunque, se ne parla a Zoe, come sempre alle 12.15].

Commenti

Gealach ha detto…
il mio week end è all'insegna di Pelle Calberg che mi sono persa (mannaggia a me!) dal vivo....ma che ascolto dannandomi per non essere andata alla Casa a sentirlo :) mentre ieri sera mi sono concessa i texani Uzi and Ari!

L'ultimo Gondry l'ho amato, sì non quanto Eternal Sunshine ma sono state due ore di sogni che fanno bene allo spirito.

(il mio "siggiorno" londinese è stato rimandato :( ma spero di essere dei vostri quanto prima!)
Fabio ha detto…
Eh appunto, che e' successo? Com'e' che hai rimandato?

E cosa ti e' piaciuto di "The science of sleep"? Io me lo sono gia' dimenticato. "Eternal sunshine" per me e' stata tutta un'altra cosa, questo non e' risuonato per nulla proprio. Mi e' sembrato interminabile.
lophelia ha detto…
Ecco, mi confermi le sensazioni che ho avuto nel decidere di NON andare a vedere l'Arte del sogno.

La mostra di G&G mi sembra di averla già vista da tutto quello che ho letto...
"Climates" dev'essere interessante ma triste...no?
lophelia ha detto…
ovviamente "triste" non era svalutativo, mi chiedevo solo se è da vedere quando siamo ben resistenti. Dalle foto direi che è comunque da vedere, sono splendide.

(solo ora faccio caso che "l'arte del sogno" in lingua originale era "la scienza"...mica una differenza da poco!)
zoe ha detto…
oggi mal di testa pauroso, ma la "copertina" con gli animaletti mi piace troppo tanto =)
Fabio ha detto…
Lophelia -

Sai che sono dell'idea che i film che vedi devono essere consonanti al tuo umore? Cioe', se sei un po' a terra e vai a vedere un film triste, questo risuona dentro di te, e finisce per essere una catarsi. Almeno a me succede questo. Cosi' come non mi viene affatto voglia di ascoltare i Joy Division in una Domenica pomeriggio di sole. Infatti sono proprio entrato dentro a Climates, sai quando "diventi" uno dei personaggi del film. Che e' implicito e si presta a interpretazioni, quindi finisce per essere ancora piu' personale. Sai che Ceylan e' anche un fotografo?

"The science of sleep" non mi sembra davvero quel gran che, ma forse dipende soprattutto dalla mia preferenza per il realismo - o forse dal fatto che ho con i sogni un rapporto difficile: non riesco a ricordarne nemmeno uno. Sara' forse per quello che mi sembra di non ricordare gia' piu' nemmeno il film?

Zoe -

Spero sia passato! La copertina e' in cartoncino, bellissima, quasi un oggetto da esporre.
Andrea ha detto…
sara' stato forse la distanza dallo schermo, fabio...

a me il film e' piaciuto molto-molto, non vorrei dirti perche' altrimenti roviniamo la sorpresa a chi non l'ha visto ancora

c'e' una scena in eternal sunshine, dove il piccolo jim carrey rivede se stesso bambino, con un pianoforte vecchio e scordato che suona in lontananza... mi piace pensare che questo film sia costruito intorno a quel momento e poi ampliato
Fabio ha detto…
Sai che non riesco piu' a gustare esperienze a distanza non meno che ravvicinata? Mi sta succedendo con i film e i concerti. Devo essere assolutamente sotto il palco o lo schermo, per entrare a far parte dell'esperienza. "The science of sleep" e il concerto di Ray Lamontagne all'Hammersmith Apollo non me li sono goduti anche per quella ragione: troppe persone tra "l'esperienza" e me.

Il film parla un linguaggio poco mio, ma anche tolto quello non mi ha lasciato molto. Pero' si tratta di gusti. Ti consiglio Climates invece - approfittane intanto che e' a due minuti a piedi da casa tua, al Renoir.
Anonimo ha detto…
Arvo Pärt is the best. Conosci "Silentium"? (da Tabula Rasa). qohelet.
Fabio ha detto…
"Tabula rasa" credo l'abbia trasmesso Gigi in una puntata di Prospettive Musicali dedicata a Part, qualche anno fa. Io ne ho una copia che non ascolto da tempo - infatti e' in Italia. Mi stai facendo venire voglia di comprarne un'altra copia da tenere qui. Tra l'altro, nella versione che ho, c'e' un pezzo con Keith Jarrett al piano, di prima che Jarrett tornasse a suonare il jazz poco interessante che suona oggi.
cassandra ha detto…
ti farò un po' invidia, forse, dicendoti che oggi per la prima volta ho pranzato seduta a un tavolino al sole e ho tutte le guance rosse.. vabbè, magra consolazione il clima, per questa povera italia. Solo per salutarti e aggiornarti sul fatto che questo è il mio nuovo indirizzo.
un saluto
C.
Fabio ha detto…
Un po'? Moltissima. Il tavolino sul mio terrazzo e' perennemente sotto l'acqua in questi giorni, inutilizzabile. Sul "povera Italia" sai che dissento un po'? In Italia si sta benissimo, solo chi se n'e' andato e ritorna ogni tanto riesce ad apprezzare forse. Ma clima, cibo, amichevolezza delle persone sono tutte caratteristiche che qui mancano abbastanza. Beh oggi questo grigio tutt'attorno mi sta entrando dentro, meglio che mi fermi qui - ho solo pensieri un po' foschi. Ti auguro un nuovo inizio pero', ti ho gia' linkata qui di fianco.
CICCILLO ha detto…
io trovo che, a differenza di "eternal sunshine" col suo titolo italiano totalmente idiota, in questo caso la traduzione non sia completamente sbagliata.
"l'arte del sogno" infatti è un film sulla creatività mentre l'altro era centrato sulla relazione e i sentimenti.
inoltre penso che nella media delle cose che si vedono in giro rimane sempre un'opera originale e di altissimo livello.
e, secondo me, ha pure una bellissima musica (come pure il primo), diciamo quello che potrebbe scrivere Debussy se vivesse oggi.
e poi per Charlotte Gainsbourg provo un amore incondizionato e indiscutibile.
tutto questo lo dico avendolo visto doppiato (come al solito orrendamente) in italiano, il sabato sera, in un cinema strapieno seduto sulle scale.
ma ero con una ragazza molto simpatica accoccolata fra le mie gambe e con i sogni ho una certa consuetudine, dunque comprendo molto bene quello che dici, Fabio.

quel pezzo di Arvo Part in italiano invece, l'ho eseguito due volte ed è di una bruttezza sconvolgente, spero sul disco ci sia di meglio...
Gealach ha detto…
The Science of Sleep l'ho amato per i sogni....esattamente. perchè i sogni ad occhi aperti mi accadono di consitnuo :) la scena della vasca da bagno e del messaggino sotto la porta! mi è capitato parecchie volte di sognare/vivere così.
l'ho trovato leggerissimo e dolce come film, concordo con l'amore smisurato per Charlotte e per la musica!
Ethernal Sunshine è diverso, è un amore diverso. visivo, emozionale diverso.
sono sicura che quest'ultimo, sia Gondry. questo è il film che ha sempre sognato e che forse ha sempre vissuto.

la mostra a milano (e NY, penso) era un vero spasso...un percorso sensoriale piuttosto emblematico per il film stesso!
Fabio ha detto…
Francesco -

Sono d'accordo con te sull'originalita'. A me sembra solo che la sovrastruttura surreale, appunto riferita alla dimensione del sogno, confonda il messaggio e appesantisca il film. Pero' considera che io amo il realismo portato un po' all'estremo, preferisco la cinepresa fissa, la presa diretta, non amo gli effetti speciali. Insomma, per quanto bello, riuscito e di successo non e' un film che parla a me. Ma capisco perche' possa piacere - soprattutto visto seduto sui gradini ecc. ecc :) In ogni caso, a proposito del linguaggio del film, ti rimando a questo sito su Pes, che mi ha segnalato la mia amica Ilaria: http://www.eatpes.com/. Ci sono straordinarie analogie con "The science of sleep".

Davvero non ti piace "Dopo la vittoria"? A me piace soprattutto l'inizio cosi' mosso, mi ha ricordato addirittura un po' certe parti di "Einstein on the beach" di Philip Glass. Poi diventa piu' classico, quasi un canto gregoriano, e' vero, ma anche piu' riconoscibilmente Part. Fammi sapere dove e' possibile ascoltarti, mi farebbe piacere la prossima volta che sono a Milano.

Gealach -

Capisco, leggendoti e conoscendoti, perche' ti possa essere piaciuto. Come sempre dipende dal momento nel quale si vedono i film. "Eternal sunshine of the spotless mind" lo vidi da solo in un periodo nel quale stavo lottando con tutte le mie forze per dimenticare una persona. Risuono' dentro di me per giorni, mi fece domande estremamente pertinenti. Oggi sono in fase di "discorsi belli tondi e ragionevoli" come direbbe Ferretti. Sto aspettando che questa fase passi, e contemporaneamente ho troppo paura che accada. Sono terribilmente impantanato insomma. Magari rivedendo il film tra qualche tempo cambiero' opinione, leggendo i vostri commenti sento di perdere qualcosa di bello in questo periodo.

Sullo stesso tema, stamattina facendo colazione guardavo con una certa invidia il vasetto della marmellata. Il vasetto della marmellata e' caratterizzato da un pieno/ vuoto assolutamente oggettivo. E' pieno, poi giorno dopo giorno si svuota un po'. In ogni dato momento si potrebbe calcolare, con una semplice bilancia o anche a occhio, in quale percentuale il vasetto e' pieno o vuoto - oggettivamente intendo.

Le nostre vite, invece no. Non so se capita anche a voi ma a me la mia vita sembra in un istante pienissima e l'istante dopo completamente vuota. Ma e' sempre lei. Eppure non esiste almeno per me un criterio oggettivo del tipo: la mia vita e' piena al 75%, ora devo pensare al rimanente 25%. Sarebbe bello e facile, ma allora perche' non e' cosi'?

Insomma a questo pensavo stamattina facendo colazione con gli occhi fissi sul mio vasetto di marmellata, e infatti sono arrivato al lavoro in ritardissimo.

Io ci avrei anche scritto sopra un post, ma ve l'ho detto, sono in fase di "discorsi belli tondi e ragionevoli". Meglio nascondere i miei pensieri qui allora, nello spazio commenti che magari nessuno leggera' mai.

E continuare a pretendere che ormai London Calling sia diventato un blog musicale, e i sentimenti che stiano fuori dalla porta, appartengono a una vita precedente, finalmente superata.
lophelia ha detto…
"well you heard about the great pretender?" cantava Neil Young nel bellissimo (fin dalla copertina) Time fades away...in questo senso, immagino, intendi il "pretendere"...
Io oggi invece mentre chiedevo aiuto ad un caffè prima di buttarmi in quattro ore di lezione di diritto amministrativo pensavo all'aspetto soggettivo del vasetto mezzo vuoto o mezzo pieno, cioè alla ostinazione con cui spesso fissiamo la metà vuota, e alla assoluta necessità di rieducarsi a concentrarsi su quella piena prima che sparisca.
CICCILLO ha detto…
eh, Fabio, ma io quelle cose le facevo tempo fa, ora non le faccio più.
ti farò sapere lo stesso delle cose che faccio ora.
quanto al pezzo di Part c'è un problema, se lo canta un coro italiano, non si sa perché tutti si mettono a ridere ed è davvero difficile arrivare fino in fondo.
hai provato a sentirlo leggendo il testo?
io preferisco Part strumentale o al massimo cantato dall'Hilliard.
a questo proposito, sai nulla di un compositore inglese, che deve essere suo allievo, che si chiama Ivan Moody?
tempo fa avevo ascoltato dei brani suoi bellissimi ma è un po' che non ne sento più parlare.

ciao, a presto
Fabio ha detto…
Lophelia -

Sei appena stata citata a Radio Popolare. Parlando di Gilbert & George ho fatto riferimento al tuo commento "La mostra di G&G mi sembra di averla già vista da tutto quello che ho letto" - per dire che sapevo che anche in Italia se n'e' parlato molto. E si', hai ragione, la marmellata va gustata non dandola mai per garantita. Sai pero' che alla fine guardo la meta' vuota con ostinazione per un po', ma poi in me prevale sempre il piacere per osservare la meta' piena. Poi considera che scrivo questo momento subito dopo aver fatto la corrispondenza per Radio Popolare che mi mette sempre di buon umore e subito dopo una telefonata che non riuscivo a fare, di slancio, senza pensare, come bisognerebbe sempre fare, triplo salto mortale con caduta in piedi, opla'. Non ho neanche appoggiato la cornetta dopo la telefonata con lo studio di Milano. Basta analisi, un po' di sana sintesi finalmente. E c'e' il sole e aria di primavera e sto per uscire a mangiare dei buoni felafel di patate con riso integrale e inslatina, e poi mi faro' una passeggiata sul Millennium Bridge.

Francesco -

Ecco perche' non viene riportato il testo nel libretto! Mentre di tutti gli altri brani e' presente. E con la pronuncia estone non si comprende nulla. Lo cerchero' in rete adesso che ho letto il tuo messaggio. Ivan Moody non e' molto noto ne' eseguito nemmeno qui. Le uniche cose sue che ho sentito sono quelle interpretate proprio dall'Hilliard Ensemble, su ECM New Series.
CICCILLO ha detto…
sì, quei pezzi sul doppio contemporaneo dell'Hilliard sono dei capolavori.
ma c'è anche un suo pezzo bellissimo scritto per l'ensemble di viole da gamba Fretwork che però ho sentito solo dal vivo, invece posseggo la sua Passione pubblicata da Hyperion, ci sono dei passaggi bellissimi ma in generale è meno interessante.
Credo sia un compositore piuttosto appartato, uno studioso più che altro, se è arrivato al grande pubblico (si fa per dire, me e te e altri quattro gatti) è solo grazie all'ECM.
Dimenticavo, un pezzo suo lo canta anche il Trio Medioeval in un altro ECM.
Fabio ha detto…
Peraltro mi fai venire in mente che da troppo tempo non seguo le nuove uscite di ECM. Ne feci indigestione quando arrivai a Londra, dove i megastores hanno pressoche' tutto il catalogo, al punto che me ne stancai piuttosto rapidamente. Ma andrebbero recuperate ancora tante cose. Nel fine settimana faro' un giretto per negozi.
Gealach ha detto…
[io sto meditando, ancora e ancora, al barattolo della marmellata. e ho come la sensazione che il mio barattolo al momento abbia un'etichetta così grande da non permettermi di vedere dentro. ma ti ringrazio, cavoli! perchè pensarci...bhe, non ci avevo mai pensato così. grazie]

*torno al The Fog of War che La7 ci regala questa sera*
Fabio ha detto…
Eh capisco. In questi giorni il mio vasetto di marmellata si riempie e svuota in continuazione come in un'animazione impazzita. A volte la marmellata e' parecchio acida, come fosse scaduta da anni, altre volte fresca come appena fatta in casa. Tutto cambia in continuazione, nel giro di istanti. Perdita di controllo totale - vento che scompiglia le carte e le fa volare da tutte le parti, salto e le rincorro ma molte sfuggono. Col risultato che mi sembra di leggere un libro del tutto incompleto del quale non riesco a collegare la trama.