Le cose al di la' del sole

[Hyde Park, Gennaio 2007]

E poi a Natale mi sono regalato un DVD.

La signora Drake diceva che suo figlio aveva uno strato di pelle in meno rispetto agli altri ragazzi. E pero' lui sapeva scrivere cose come Open up the broken cup/ Let goodly sin and sunshine in/ Yes that's today/ And open wide the the hymns you hide/ You'll find renown while people frown/ at things that you say/ But say what you'll say. E non solo le scriveva quelle cose, ebbe il coraggio di viverle fino all'estrema conseguenza.

Non l'avevo mai visto quel documentario della BBC. Paradossalmente, a renderlo eccellente e' la assoluta mancanza di materiale video d'epoca. Invece di vedere Nick Drake, vediamo il mondo attraverso i suoi occhi, attraverso le sue emozioni, attraverso di lui. Quello che osservava, che lo ispirava, il paesaggio naturale nel quale si muoveva. Alberi, prati, le vie strette di Cambridge, i college sul fiume. I silenzi, la pace: tutt'intorno, ma non dentro di lui.

E' un documentario bellissimo, e la sorella Gabrielle e' bravissima a raccontare quel fratello cosi' solitario e spesso indecifrabile, ma anche cosi' unico. Joe Boyd lo descrive invece come musicista, e ti rendi conto ancora una volta che Boyd e' un gentiluomo con una sensibilita' immensa e visionaria, ancora oggi.

Ma e' soprattutto un documentario che invece di raccontare una storia racconta uno stato d'animo. Io non so cosa provate voi quando ascoltate Five leaves left, Bryter layter e Pink Moon. Piu' di ogni altra cosa a me quei dischi fanno sentire lo scorrere del tempo. Lo osservi, lo vedi il tempo in quelle note e in quelle parole. Sono dischi sulla memoria. Tocchi con mano la nostalgia per quello che e' stato e non potra' piu' essere. E' una sensazione dolente ma dolce, romantica quanto nessun altra della quale abbiamo fatto esperienza.

Se la mia musica aiutera' anche solo un essere umano, allora non sara' stata scritta invano, disse Nick a Gabrielle. Ecco, la musica di Nick Drake aiuta. E aiutano le sue parole. Aiutano a capire, e soprattutto aiutano a sentire.

Come quando in Saturday sun canta Saturday sun came early one morning/ in a sky so clear and blue/ Saturday sun came without warning/ so no-one knew what to do. E quelle parole galleggiano nell'aria per un po' quando Five leaves left finisce. E tu stai li' a pensare che quando arrivera' la prossima giornata di sole non ti farai domande e non cercherai risposte e ti limiterai a viverla davvero fino in fondo quella meravigliosa giornata di sole.

[Nick Drake - River Man]

Commenti

Anonimo ha detto…
ciao e buon 2008 !

consiglio il libro della De Angelis per Arcana su Drake, uscito non molto tmepo fa...

Drake ĆØ un amore che dura tutta la vita. Stop.

Jc
Anonimo ha detto…
ho smesso da tempo di credere alle coincidenze. adesso, da qualche tempo, provo provvisoriamente a chiamarle non-coincidenze, ma ci sto ancora lavorando su!

bello calpestare gli stessi sentieri!
Fabio ha detto…
Buon anno a te! Ma pensa, Paola de Angelis. L'ho scoperta una notte di non molto tempo fa che metteva dischi su Radio 3 e il suo programma mi e' piaciuto cosi' tanto che avevo pensato di scriverle per complimentarmi. Poi mi sono completamente dimenticato. Ma il suo programma era eccezionale, un ottimo bilanciamento di cose sconosciute e note, difficili e piu' facili. Cerchero' il suo libro.

Su Nick Drake avrei dovuto scrivere un post come il tuo commento. Impossibile descrivere le emozioni che lui sa comunicare. Per scrivere queste poche righe ci ho messo due giorni di tentativi. Non rendono affatto, ma va beh, un post a Nick lo dovevo da tempo, da prima di aprire il blog in effetti.
Fabio ha detto…
Borguez -

Tu pero' arrivi sempre un po' prima, non vale! Bello il post che hai scritto, soprattutto il "non vorrei aggiungere altro". Difficile aggiungere qualsiasi cosa alla musica di Drake.
Unknown ha detto…
Ciao...sto girando per i blog...ĆØ la prima volta che ti leggo...
Penso che ritornerĆ²! : )
Anonimo ha detto…
Artista irripetibile, uno dei piĆ¹ grandi di sempre. La sensibilitĆ  fatta musica, il cuore un filo scoperto, perennemente sospeso tra il qui e un altrove da lui solo conosciuto.
Con i suoi straordinari testi e la voce di un bambino a disagio nel mondo spietato degli adulti, preveggente inconsapevole

"Fruit tree, fruit tree
Open your eyes to another year.
They'll all know
That you were here when you're gone"

una delle piĆ¹ luminose comete nel cielo della musica.
Grazie Fabio per avere ancora una volta ricordato uno dei miei artisti preferiti, uno dei pochissimi che nelle mie fantasticherie ho immaginato e desiderato di conoscere personalmente.
Nicola
Anonimo ha detto…
Wow,Fabio..sempre fondamentale il tuo apporto.Nick Drake ho cominciato ad amarlo ancora di piĆ¹ se possibile proprio da quando leggo il tuo blog.Un appuntamento irrinunciabile e anche uno spunto per sognare e pensare.Ti ringrazio!Se non fossi cosƬ lontano mi piacerebbe farti un regalo,portarti qsa fatto da me..che buffo,no?
Francesca (da Torino)
Fabio ha detto…
Nicola -

Ma come avranno fatto a non capirlo i suoi contemporanei, a ignorarlo? Come si poteva parlare e far finta di niente durante i suoi (pochi) concerti?

Eh conoscerlo, potere scambiare qualche idea con lui, passare un po' di tempo insieme.

Francesca -

Che gentile sei! Apprezzo anche solo il pensiero. Ma che cosa faresti di bello? Una torta? Un paio di guanti per l'inverno? Un disegno? Sono curioso.
Anonimo ha detto…
Dei biscotti alla cannella,la focaccia di Susa artigianale,una bottiglia di genepy fatta dalla nonnina mia,una fotografia bella dal mio viaggio in Giappone quest'estate,una candela (mi sono messa in testa che creare con le mani aiuta anche me che non una persona "concreta"). I guanti di lana sono difficili!una sciarpa sferruzzata,il libro appena uscito di un mio carissimo amico la cui casa editrice non lo supporta nella promozione..Cose cosƬ,semplici semplici e immediate.
Francesca
Fabio ha detto…
Guarda, e' come se tu mi avessi regalato tutte le cose che dici, grazie per il pensiero gentile!

I biscotti alla cannella li adoro, cosi' come adoro il te' bianco alla cannella, che ti offrirei volentieri se ci conoscessimo, e che berremmo ascoltando Five leaves left.
Anonimo ha detto…
Wow.
Prego per il pensiero.Ricambio.
Mai provato il the bianco alla cannella...Ma tu l'hai provato il vero the verde giapponese..? Lo sai che la mia amica Atsuka me ne ha regalato un paccone per Natale perchĆØ non riuscivo piĆ¹ a farne a meno..?Francesca
Fabio ha detto…
Quello speziato che sa di erba? Lo bevetti tanti anni fa in Giappone. La mia amica Yuki, che e' cosi' gentile da invitarmi a cena quando torno a Milano, dovrebbe averne un po' nella sua collezione di te' giapponesi.

Qui a Londra si potrebbe trovare alla Tea House di Neal Street, a Covent Garden, magari provo a cercarlo cosi' mi ricordo com'e'.
Anonimo ha detto…
Sa di muschio,di erba,di terra...detto cosƬ non sembra granchĆØ,in realtĆ  provoca dipendenza ;-) L'acqua a tavola io non so piĆ¹ cos'ĆØ.
In Italia ĆØ introvabile della stessa qualitĆ .
Pensa che io ho trovato molto gradevole anche quello che acquisti nei negozi da 100yen in tutte le cittĆ  del Giappone.
E il the bianco..che storia ha?
Fabio ha detto…
Il te' bianco me lo fece conoscere una tua concittadina che si chiama come te. Ha un gusto delicato, e di solito si serve con delle spezie. Arriva dalla Cina e da Sri Lanka. Viene fatto con le prime foglioline della pianta del te'. Delizioso e' quello che gli inglesi bevono a Natale, con chiodi di garofano, cannella, zenzero... (io lo bevo tutto l'anno invece).
Anonimo ha detto…
Francesca, Fabio, dai, incontratevi, su. Si sa mai ...

R.