Proprio quando tutti i lettori di London Calling si aspettano un post su Clemente Mastella e io non ho lo stomaco per scriverlo
[New York, Aprile 2007]
Questo 2008 sta diventando un anno di ascolti molto black per me: un po' soul, un po' jazz e un po' una combinazione delle due cose.
E se sto ormai da tempo cercando senza successo di mettere le mani sul tributo a Malcolm X registrato nel 1968 dal suo amico Philip Cohran e ristampato l'anno scorso in solo 1000 copie esaurite a quanto pare in un paio di settimane, in questi giorni via Other Music di New York sono riuscito a farmi mandare la raccolta completa dei singoli incisi da Cohran e dal suo Artistic Heritage Ensemble sul finire degli anni '60.
Ascolto incredibile e imperdibile. Procuratevi assolutamente questa ristampa giapponese, #1 del catalogo della neonata e promettente etichetta del Sol Levante chiamata Midday Music, prima che sia troppo tardi. Non so quante copie ne abbiano stampate, ma dubito che siano piu' di 500 - 1000, quindi il mio consiglio e' quello di fare presto.
Philip Cohran era, a cavallo tra '50 e '60, un componente della leggendaria Arkestra di Sun Ra, poi divenne uno dei componenti fondatori dell'altrettanto leggendaria AACM. Non contento di tutto cio', attorno al 1965 forma un gruppo tutto suo, l'Artistic Heritage Ensemble (che poi lo lascera' per trasformarsi, sotto la direzione di Maurice White, negli eccellenti Earth Wind & Fire).
I singoli degli Artistic Heritage Ensemble rappresentano proprio l'anello di congiunzione tra il jazz astratto e spirituale di Sun Ra ed il soul-funk degli Earth Wind & Fire. Ma non solo. Il riferimento piu' prossimo e' il patrimonio ritmico tribale africano, ma rielaborato completamente in chiave jazz visionaria. La seconda traccia ti lascia letteralmente senza parole. E' come un outtake da Remain in light, inciso pero' quasi quindici anni prima. Brian Eno, David Byrne, Adrian Belew, Robert Fripp, il Pop Group, gli A Certain Ratio e' impossibile che non conoscessero questi suoni. La chitarra di Pete Cosey dell'Artistic Heritage Ensemble (che finira' a collaborare con Miles Davis ai tempi di Agartha e Pangaea) e' pura frippertronics ante litteram, ascoltare per credere.
In alcuni singoli il riferimento e' piu' tradizionalmente jazz, sentite per esempio tutta l'eredita' di Charlie Mingus in una traccia come Detroit Red. In altri la musica dell'Artistic Heritage Ensemble segue percorsi etnici e spirituali completamente propri. Non per niente, in una biografia di Cohran pubblicata qualche anno fa su Wire, si citano tra le sue influenze principali l'ipnotico suonatore di shenai Bismillah Khan nonche' i MasterMusicians of Joujouka.
Riletto tutto quello che ho scritto. Il problema di post come questo e' che sembrano un po' scritti per "iniziati", gli unici di voi che probabilmente sono arrivati fino a qui. E invece no, questa e' musica accessibilissima, di grande gradevolezza. Musica che ti fa muovere e colora di se' queste grigie giornate di Gennaio. Musica universale, davvero per tutti. Musica non allineata. Musica indefinibile. Musica finalmente, definitivamente, immensamente, libera.
[Per chi fosse interessato e avesse tempo di ascoltare, ricordo l'appuntamento del Giovedi' con la versione radiofonica di questo blog, su Radio Popolare alle 11.30 del mattino e poi in replica alle 21. Domani andiamo insieme al Design Museum a visitare la mostra di Jean Prouve'].
[Wire]
Questo 2008 sta diventando un anno di ascolti molto black per me: un po' soul, un po' jazz e un po' una combinazione delle due cose.
E se sto ormai da tempo cercando senza successo di mettere le mani sul tributo a Malcolm X registrato nel 1968 dal suo amico Philip Cohran e ristampato l'anno scorso in solo 1000 copie esaurite a quanto pare in un paio di settimane, in questi giorni via Other Music di New York sono riuscito a farmi mandare la raccolta completa dei singoli incisi da Cohran e dal suo Artistic Heritage Ensemble sul finire degli anni '60.
Ascolto incredibile e imperdibile. Procuratevi assolutamente questa ristampa giapponese, #1 del catalogo della neonata e promettente etichetta del Sol Levante chiamata Midday Music, prima che sia troppo tardi. Non so quante copie ne abbiano stampate, ma dubito che siano piu' di 500 - 1000, quindi il mio consiglio e' quello di fare presto.
Philip Cohran era, a cavallo tra '50 e '60, un componente della leggendaria Arkestra di Sun Ra, poi divenne uno dei componenti fondatori dell'altrettanto leggendaria AACM. Non contento di tutto cio', attorno al 1965 forma un gruppo tutto suo, l'Artistic Heritage Ensemble (che poi lo lascera' per trasformarsi, sotto la direzione di Maurice White, negli eccellenti Earth Wind & Fire).
I singoli degli Artistic Heritage Ensemble rappresentano proprio l'anello di congiunzione tra il jazz astratto e spirituale di Sun Ra ed il soul-funk degli Earth Wind & Fire. Ma non solo. Il riferimento piu' prossimo e' il patrimonio ritmico tribale africano, ma rielaborato completamente in chiave jazz visionaria. La seconda traccia ti lascia letteralmente senza parole. E' come un outtake da Remain in light, inciso pero' quasi quindici anni prima. Brian Eno, David Byrne, Adrian Belew, Robert Fripp, il Pop Group, gli A Certain Ratio e' impossibile che non conoscessero questi suoni. La chitarra di Pete Cosey dell'Artistic Heritage Ensemble (che finira' a collaborare con Miles Davis ai tempi di Agartha e Pangaea) e' pura frippertronics ante litteram, ascoltare per credere.
In alcuni singoli il riferimento e' piu' tradizionalmente jazz, sentite per esempio tutta l'eredita' di Charlie Mingus in una traccia come Detroit Red. In altri la musica dell'Artistic Heritage Ensemble segue percorsi etnici e spirituali completamente propri. Non per niente, in una biografia di Cohran pubblicata qualche anno fa su Wire, si citano tra le sue influenze principali l'ipnotico suonatore di shenai Bismillah Khan nonche' i MasterMusicians of Joujouka.
Riletto tutto quello che ho scritto. Il problema di post come questo e' che sembrano un po' scritti per "iniziati", gli unici di voi che probabilmente sono arrivati fino a qui. E invece no, questa e' musica accessibilissima, di grande gradevolezza. Musica che ti fa muovere e colora di se' queste grigie giornate di Gennaio. Musica universale, davvero per tutti. Musica non allineata. Musica indefinibile. Musica finalmente, definitivamente, immensamente, libera.
[Per chi fosse interessato e avesse tempo di ascoltare, ricordo l'appuntamento del Giovedi' con la versione radiofonica di questo blog, su Radio Popolare alle 11.30 del mattino e poi in replica alle 21. Domani andiamo insieme al Design Museum a visitare la mostra di Jean Prouve'].
[Wire]
Commenti
JC
Certo che se non ĆØ "per iniziati" un album edito in Giappone in serie limitata che devi farti spedire a costi non meglio precisati....
La musica sarĆ certamente accessibile all'orecchio (il rif agli EW&F parla chiaro), ma al portafogli?
Ora accendo la radio
ciao
Auro
se dici Sun Ra, e poi AACM e poi EW&F riconosco la lingua e saluto nel grande idioma della musica nera.
annotato nel taccuino.
a presto
Che gentile! Passero' ancora a trovarti.
JC -
E aggiungiamoci pure Vernon Reid (via Hendrix).
Auro -
La mia filosofia resta comprare meno ma comprare meglio. Se per comprare un'edizione limitata giapponese devo rinunciare a due dischi mediocri che trovo nei negozi, lo faccio volentieri. Dopodiche' io per i dischi rinuncerei anche al cibo come sai.
Su Mastella che cosa si potrebbe dire del resto? Niente. Se hai lo stomaco, prova a fissare una sua fotografia, quegli occhioni da bambino ripetente spersi in quel faccione di cazzo. Smuove l'umana compassione uno cosi'.
E chi l'ha votato, che dire di chi l'ha votato. Viene il dubbio che non esistano nemmeno esseri umani cosi' ignoranti e disperati da votare l'Udeur, che quell'1% sia solo un errore di calcolo degli scrutatori. Del resto cosa vuole ottenere uno che vota l'Udeur. Un posto all'ufficio postale di Ceppaloni. Ma che disperati sono?
Borguez -
E il bello e' scoprire che si tratta di un percorso continuo, senza salti logici, dalla sperimentazione all'elegante accessibilita'.
Abbiamo spbagliato mestiere, in un paese piĆ¹ civile saremmo dietro una scrivania di Wire, Mojo o Uncut...
JC
http://www.dustygroove.com
li ho presi sulla fiducia perchĆØ non lo conosco.
Ciao
Giorgio