Ma libera veramente
[Clerkenwell, Gennaio 2008]
Sto gia' pensando a cosa trasmettere a Prospettive Musicali, il che sarebbe normale se passassi dalla radio Domenica prossima, un po' meno considerando che non tornero' in Italia fino a meta' Marzo.
Qualcuno ricordera' le puntate dedicate all'ascolto pressoche' integrale di Jetsun Mila, di Eliane Radigue, e For Bunita Marcus, di Morton Feldman. L'idea che ho in mente per questo 2008 e' continuare a trasmettere musiche altrettanto libere, altrettanto altre. E' un atto di fiducia nei confronti degli ascoltatori, ma soprattutto e' desiderio di condividere esplorazioni.
L'ombroso Charlemagne Palestine potrebbe essere il prossimo compositore che affronteremo insieme. Qualcosa da Strumming music del 1974, oppure qualcosa di piu' recente, magari l'ultimo suo lavoro pubblicato del quale sono a conoscenza, che e' la registrazione di un concerto tenuto al Ludwig Museum di Aachen, in Germania, pubblicata da Yesmissolga l'anno scorso.
Al di la' di tutto il folklore che circonda il personaggio (il portarsi dietro decine di pupazzi di peluche con i quali arreda e decora il pianoforte e il palco, bere continuamente cognac durante i concerti) Palestine va indubbiamente incluso tra i grandi del minimalismo, insieme a Philip Glass, Terry Riley e Steve Reich.
Ascoltare le sue esecuzioni migliori, lavori per pianoforte di circa un'ora basati su pochissime note ripetute molto velocemente in modo ferocemente percussivo fino a scordare progressivamente lo strumento ed estrarne suoni imprevedibili che cambiano in continuazione, equivale ad abbandonarsi a un mare di purissimo suono cangiante sospeso sulla linea di confine tra rumore e silenzio. O osservare una tela completamente nera e lasciare che lentamente i nostri occhi comincino a percepire forme e colori intrappolati in quell'oscurita'.
La musica di Palestine non l'ascolti. Ti circonda, ti avvolge, ci sprofondi dentro. Senti la materia dentro quel muro tutto nero.
Basterebbero, a compensare quel piccolo disagio iniziale che questi drones continuano a provocare anche dopo molti ascolti, quegli interi minuti che restano sospesi tra suono puro e altrettanto puro silenzio dopo che l'ultima nota e' stata suonata. Quell'eco che resta dentro e che e' linea d'ombra sfumata, e quiete che ritorna dopo tutta quella tempesta.
Commenti
Non sarei mai in grado di scrivere una recensione di una canzone. E mi stupisco ogni volta che qualcuno riesce ad entrarci dentro, a capirci qualcosa.
Per me la musica ĆØ un amalgama di emozioni, un pasticcio di suoni, parole, sudore, amore, vita.
Non riesco ad "analizzarla" e mi piace un sacco cercare di capire qualcosa attraverso le tue parole.
Stavo proprio pensando a lui l'altro giorno..
Come mai pensavi a lui l'altro giorno?
mi chiedevo come avresti fatto a trasmettere "qualcosa" da Strumming Music senza interrompere quel flusso che descrivi poi successivamente.
come diavolo hai fatto a perdertelo?
Anch'io sono felice di questa concomitanza.
A proposito a Marzo/Aprile ci ritrasferiamo a Londra! Yuppi, organizzami qualche concerto, mostra.. dai!
PerĆ² continua a trasmettere roba "altra" che di quella solita ce n'ĆØ in giro fin troppa.
ciao
Auro
E? Ti ha coinvolto o ti ha irritato? (Non credo sia possibile un livello intermedio).
Qohelet -
E infatti questo e' il valore dello scambio. Il blog e' qui per questo. Uno consiglia Palestine e riceve il suggerimento di dare, anche, un ascolto al disco nuovo di Jovanotti. Questo e', francamente, fantastico.
Auro -
Prima ascoltare e poi giudicare pero', senza partire da pregiudizi (che poi infatti quello che io ho scritto e' di fatto un'interpretazione, quindi di fatto un giudizio: ma ognuno dovrebbe generare il proprio a posteriori rispetto all'esperienza). In questo senso penso a Prospettive Musicali come a un'opportunita' di ampliare lo spettro delle musiche che vengono trasmesse attraverso quel medium ancora oggi potentissimo che e' la radio. La tua ultima frase conferma che la direzione e' quella giusta, e ti ringrazio.
come in ogni festival sei rapito dall'abbondanza piĆ¹ che dai singoli eventi.
per cui in realtĆ sono rimasto in una posizione intermedia e vorrei avere una seconda opportunitĆ
non mi ha deluso certo, ma non ho viaggiato con lui.
Credo di capire, perche' richiede un livello di concentrazione non da festival. Quasi una preparazione a se' stante, che precede il concerto (o l'ascolto di un suo disco). Piu' di tutto: devi avere voglia (essere nell'umore giusto, ecc.).
Lophelia -
Il collegamento con la fotografia esiste, ma e' piu' legato al processo tradizionale di sviluppo (all'impressione del colore sulla carta bianca) che alla fotografia "finita". Se riesco a spiegarmi, almeno.