L'incomprensibile entusiasmo di fronte a una sconfitta.
Non comprendo come si possa desiderare con tanta cattiveria punire oggi chi, nel contesto culturale vivo degli anni '70, ha lottato per i diritti dei lavoratori. Chi ha vissuto una parte della propria gioventu' in clandestinita' per liberare il proletariato dalle catene del capitale e da rapporti di produzione improntati al furto di plusvalore, allo sfruttamento, al ricatto della disoccupazione.
Lo Stato deve perdonare e accogliere, non punire e escludere, queste persone.
Men che meno capisco che a gioire sia chi di quello stesso proletariato fa parte. Che condanna cosi' se stesso e i propri figli a una vita di stenti e sacrifici, a una mobilita' sociale inesistente e a una lotta senza fine contro chi ha ancora meno per stare a galla.
Commenti
"queste persone" = "chi, nel contesto culturale vivo degli anni '70, ha lottato per i diritti dei lavoratori". Di queste persone, non di altre, parla questo post.