L'incomprensibile entusiasmo di fronte a una sconfitta.



Non comprendo come si possa desiderare con tanta cattiveria punire oggi chi, nel contesto culturale vivo degli anni '70, ha lottato per i diritti dei lavoratori. Chi ha vissuto una parte della propria gioventu' in clandestinita' per liberare il proletariato dalle catene del capitale e da rapporti di produzione improntati al furto di plusvalore, allo sfruttamento, al ricatto della disoccupazione.

Lo Stato deve perdonare e accogliere, non punire e escludere, queste persone.

Men che meno capisco che a gioire sia chi di quello stesso proletariato fa parte. Che condanna cosi' se stesso e i propri figli a una vita di stenti e sacrifici, a una mobilita' sociale inesistente e a una lotta senza fine contro chi ha ancora meno per stare a galla.

Commenti

Anonimo ha detto…
Naturalmente vale lo stesso per un terrorista di destra o per un ex gerarca nazista. Lo stato deve saper perdonare. Davide Mazzi
Fabio ha detto…
Caro Davide,

"queste persone" = "chi, nel contesto culturale vivo degli anni '70, ha lottato per i diritti dei lavoratori". Di queste persone, non di altre, parla questo post.