22/ ATM e TfL.
Non so se siete mai stati all'ATM Point di Garibaldi. E' un'esperienza da fare. Settimana scorsa attorno alle 9.30 della mattina ho preso un numero. 540. Ho guardato sul display a che numero erano arrivati. 061. C'erano aperti due sportelli su tre.
Ho passato la giornata a guardare sulla app dell'ATM i numeri che procedevano lentissimamente, mentre lavoravo.
Alle 18.30 ho finito di lavorare e sono sceso all'ATM point. Non erano ancora arrivati a 500. Davanti agli sportelli ormai l'ossigeno era raro come oltre 5000 metri. Ho calcolato che sarei riuscito a fare la spesa all'Esselunga di Porta Nuova senza problemi.
Fattta anche la spesa sono sceso di nuovo. Saranno state le 19. Mi hanno servito che erano le 19.26, cioe' 9 ore e 56 minuti dopo avere preso il numero.
Oggi dovevo fare aggiustare il saldo della Oystercard. Ho fatto una piccola pausa dal lavoro per andare all'equivalente dell'ATM point di Liverpool Street station, che dista una decina di minuti a piedi da qui.
Nel percorso mi sono fermato a bere una tazza di caffe' a un Pret. La ragazza dietro al bancone, una napoletana simpatica che non avevo mai visto prima, ha insistito per offrirmelo.
Arrivato al TfL centre di Liverpool Street station dove tutti i sei sportelli erano aperti, mi hanno servito immediatamente. L'impiegato non ha nemmeno voluto vedere la prova che avevo portato con me. Here you go mi ha detto dopo 20 secondi ridandomi la mia Oyster con il saldo corretto.
Non ho dovuto prendere un numero. Non ho dovuto scaricare nessuna app. Dieci minuti dopo ero di nuovo qui al lavoro. In tutto, compreso il caffe' e la passeggiata, ho impiegato meno di mezz'ora, non dieci ore.
Commenti
invece io a fine agosto ho fatto la stessa cosa con la app, ho prenotato da casa e poi sono andato in quello di Centrale, cercando di calcolare il tempo, ho aspettato comunque una mezz'ora sul posto, in fila davanti a me c'era Walter Siti.
il tizio allo sportello alla fine ĆØ stato gentile e ci siamo anche raccontati qualcosa delle nostre vite.
pensi ancora di tornare a vivere a Milano?
Milano e' una citta' fantastica. Non vorrei avere dato l'impressione sbagliata con questo post. Dicevo qualche tempo fa a un amico che per me non si tratta di tornare a vivere a Milano. E' passato tanto tempo da quando sono qui, ed e' come andare a vivere in una citta' nuova. Anzi, mi serviranno tanti consigli perche' ho tanto da scoprire.
Settimana scorsa sono stato alla Cascina Cuccagna. Non so se c'era gia' quando ho lasciato Milano, ma mi e' piaciuta da pazzi, con il giardinetto, il mercatino, il caffe'.
E sono stato al Franco Parenti a sentire Baricco che presentava The game. Hai mai visto la piscina nello spazio interno? Che meraviglia e'?
Aspetto di tornare perche' Londra ormai la conosco troppo bene e invece questa Milano mi stupisce ogni giorno. E non solo in negativo come l'ATM Point, anzi.
Notevole incontrare Walter Siti. Io invece la sera che sono uscito tutto orgoglioso dall'ATM Point con la mia tessera arancione all'angolo con Corso Como ho visto Gianluca Vacchi, ma escluderei stesse facendo la coda per l'abbonamento :) Ho dovuto guardare bene in basso per riconoscerlo. Mi arriva alla spalla. Che delusione :D
quanto alla piscina di via Carlo Botta ci andavo da adolescente con i miei amici perchĆ© era la piĆ¹ vicina a dove stavamo, non so come sia adesso, allora era un luogo pubblico e con una utenza di tutti i generi.
per il resto il mio vissuto ĆØ molto diverso ma ne avevamo giĆ parlato.
Le circostanze della nostra vita ci trasformano a volte molto radicalmente e in tempi brevi e vediamo anche cambiamenti che non ci sono cosi' come non ne vediamo altri che invece sono reali.
Proiettiamo sui luoghi desideri e li interpretiamo.
Parlando per me, tendo molto a credere alle fantasie che associo a luoghi fisici, che vedo di volta in volta come salvifici o responsabili di tutti i mali.
Quando li vedo salvifici apro la strada a delusioni, per cui devo stare attento. E nel mio prossimo rapporto con Milano mi propongo di tenere gli occhi aperti sulla realta' e andarci piano con le interpretazioni in chiave soggettiva, per il mio bene.