Rondo' detroitiano

Finalmente e' Venerdi', e questo blog come da tradizione chiude per il fine settimana con un po' di musica.

Sempre a proposito di suoni al di fuori della mia comfort zone, oggi mettiamo insieme un bel po' di nomi ed etichette delle quali non si parla certo spesso qui: techno, Carl Craig, Moritz von Oswald, Deutsche Grammophon, Modest Mussorgski, Maurice Ravel.

L'occasione ci viene data dalla rielaborazione dei nastri BASF contenenti Pictures at an exhibition, Rapsodie espagnole e il Bolero eseguiti dalla Berliner Philharmoniker diretta dal maestro von Karajan, ad opera dei due genietti della techno di Detroit e Berlino.

L'effetto di questo Recomposed e' spiazzante e francamente strepitoso. Frammenti tagliuzzati delle originali sinfonie si vanno a incastrare dentro superfici metalliche fatte di bassi subsonici e percussioni kraftwerkiane. Come due monelli che riducono a brandelli i pesanti tendoni e fondali di un elegante teatro, mentre il pubblico ben vestito lascia la sala che viene pacificamente occupata dagli hoodies del Fabric.

In realta', ripensandoci, probabilmente il pubblico techno rimarra' spiazzato da un disco come questo. A me piu' che la techno classicamente intesa questo album ha fatto venire in mente le collaborazioni di Eno con i Cluster, i loop del Glass piu' minimalista, la proto-house post-kraut di Gottsching, e nei momenti piu' leggeri le produzioni anni '70 di Moroder.

E se ascoltate con attenzione, noterete che gli autori sembrano sostanzialmente cogliere lo spirito degli originali. Il Bolero, per dire, fu suonato per la prima volta nel 1928, in piena eta' del jazz. Del jazz si sforzava di cogliere gli aspetti ritmici, e chissa', forse al pubblico di allora doveva suonare come l'equivalente contemporaneo della techno di Craig e von Oswald.

Ne ho trovato un frammento in rete, come sonorizzazione di uno spot della citta' di Berlino, e augurando ai suoi telespettatori un eccellente fine settimana, Engadina Television ve lo propone:

Commenti

Anonimo ha detto…
Sei sempre una miniera, nulla da dire. A me che amo certa classica meno "classica", se mi consenti la terribile espressione, e che non disdegno alcuni prodotti del Detroit sound, nĆØ della Deep House piĆ¹ cesellata e melodica, questo esperimento dovrebbe potenzialmente piacere moltissimo. VedrĆ² quanto prima di verificare, caro Fabio.
Nicola
Fabio ha detto…
Fai bene a verificare di persona. Riletto il post, mi sono preoccupato per la crescente teutonizzazione del mio gusto. Pero' il disco e' piacevole, e ho trovato un'altra influenza piuttosto evidente riascoltandolo nel fine settimana, quella di Aphex Twin.

Buon ascolto caro Nicola.
Anonimo ha detto…
Sono off topic, ma hai mai ascoltato un album di una band chiamata Flotation Toy Warning, intitolato Bluffer's Guide To The Flight Deck ?
un improbabile incrocio tra Flaming Lips e Van Der Graaf Generator ?
Nicola
Fabio ha detto…
Li sto ascoltando. Abbastanza barrettiani devo dire, pero' il riferimento piu' prossimo mi sembrano proprio Flaming Lips e Mercury Rev.

A proposito di Van Der Graaf, se ti capita fatti raccontare dalla Sissi la sua reazione quando la portai con me a un concerto di Peter Hammill...
Anonimo ha detto…
La nostra Sissi a sentire il caro vecchio Peter ... non fatico a immaginare il suo sguardo di disapprovazione ...
Fabio, la Sissi ĆØ certamente una donna "rock", ma non sarĆ  mai una fan di "quel-certo-tipo-di-rock" su questo non ci piove.
Mi hai fatto sorridere, e non poco.
Nicola
Fabio ha detto…
Per almeno 2 giorni non mi rivolse la parola.