Matteo Renzi e la standing ovation agli assassini di Federico Aldrovandi: dopo le parole attendiamo i fatti
Ditemi voi quando l'espressione della mia passione politica dovesse diventare un po' pedante. Se pensate che per il momento basti cosi', torniamo a parlare di musica per qualche settimana, e gli inserti di London Calling da ritagliare conservare e portare con se' al seggio riprendiamo a pubblicarli la settimana prima del voto.
La ragione per non votare PD che vi vorrei offrire oggi e' l'ipocrisia dimostrata ieri da Matteo Renzi con la sua telefonata alla madre di Federico Aldrovandi. La vicenda la conoscete certamente perche' stamattina occupava un po' tutte le prime pagine dei giornali. I poliziotti che hanno massacrato di botte Federico sono stati accolti con 5 minuti di applausi durante il congresso del sindacato di polizia SAP. A seguito di quegli stomachevoli applausi, Renzi ha chiamato la mamma di Federico per esprimerle solidarieta'.
Quella telefonata, se non sara' seguita dai fatti, dimostrera' ancora una volta la falsita' di Renzi. I fatti che chiediamo sono l'identificazione dei partecipanti al congresso (non dovrebbe essere difficile, dato che si saranno registrati) e la loro radiazione con effetto immediato dal corpo di polizia del quale con il loro gesto hanno lordato le divise.
In caso contrario, Renzi avrebbe ancora una volta fatto una migliore figura tacendo, perche' se non agira' secondo i suoi poteri (il primo ministro e' il superiore diretto del ministro degli interni), si sara' reso complice di quella standing ovation.
Ricordo peraltro (e lo faccio per onore di verita' e da una prospettiva terza, dato che come ho gia' dichiarato questo blog sostiene la lista L'Altra Europa con Tsipras) che il leader del principale partito di opposizione, Beppe Grillo, si e' battuto con decisione perche' si facesse luce sull'assassinio di Federico, e l'ha fatto senza l'ipocrisia democristiana che caratterizza da sempre Matteo Renzi e la parte di PD che lo sostiene.
La ragione per non votare PD che vi vorrei offrire oggi e' l'ipocrisia dimostrata ieri da Matteo Renzi con la sua telefonata alla madre di Federico Aldrovandi. La vicenda la conoscete certamente perche' stamattina occupava un po' tutte le prime pagine dei giornali. I poliziotti che hanno massacrato di botte Federico sono stati accolti con 5 minuti di applausi durante il congresso del sindacato di polizia SAP. A seguito di quegli stomachevoli applausi, Renzi ha chiamato la mamma di Federico per esprimerle solidarieta'.
Quella telefonata, se non sara' seguita dai fatti, dimostrera' ancora una volta la falsita' di Renzi. I fatti che chiediamo sono l'identificazione dei partecipanti al congresso (non dovrebbe essere difficile, dato che si saranno registrati) e la loro radiazione con effetto immediato dal corpo di polizia del quale con il loro gesto hanno lordato le divise.
In caso contrario, Renzi avrebbe ancora una volta fatto una migliore figura tacendo, perche' se non agira' secondo i suoi poteri (il primo ministro e' il superiore diretto del ministro degli interni), si sara' reso complice di quella standing ovation.
Ricordo peraltro (e lo faccio per onore di verita' e da una prospettiva terza, dato che come ho gia' dichiarato questo blog sostiene la lista L'Altra Europa con Tsipras) che il leader del principale partito di opposizione, Beppe Grillo, si e' battuto con decisione perche' si facesse luce sull'assassinio di Federico, e l'ha fatto senza l'ipocrisia democristiana che caratterizza da sempre Matteo Renzi e la parte di PD che lo sostiene.
Commenti
per me puoi continuare, eh ;-)
In buona sostanza, la sua strategia consiste in una serie serrata di annunci roboanti, seguiti da una gragnuola di tweet e hashtag uno piu' infantile dell'altro.
A tutto cio', per fortuna non fa seguito nulla di concreto.
E poi via con altri annunci, altri tweet, altri hashtag.
Mi domando cosa penseranno adesso gli ingenui che lo hanno votato alle primarie. Spero che questi 2 mesi siano stati sufficienti anche a loro per comprendere che va messa la parola fine, definitiva, all'avventura del piazzista 2.0.