Sono tre i dischi britannici che sto ascoltando parecchio in questo periodo: il nuovo Damon Albarn, il nuovo Ben Watt e il nuovo lavoro di un duo formato da Peter Astor (Loft, Weather Prophets, Wisdom of Harry) e dal forse meno noto David Sheppard dei bravissimi State River Widening (che segnalai entusiasticamente in uno dei primi post di London Calling).

Insieme si fanno chiamare Ellis Island Sound e li pubblica un'etichetta che mi piace molto e che ha il suo quartier generale a Soho, la Village Green (della quale vi segnalo anche i lavori di Adrian Corker e Ryan Teague, che abbiamo ascoltato insieme in passato a Prospettive Musicali e che rispetto a Ellis Island Sound sono piu' astratti e d'atmosfera).

Ellis Island Sound mettono insieme tante cose diverse, proprio come piace a noi, suonando a tratti simili ai Can e ai Neu! e altre volte finendo per assomigliare un po' ai primi Talking Heads, circa More songs about buildings and food, e a My life in the bush of ghosts di Eno e Byrne.

Piuttosto interessante per quelli di noi che hanno amato il suono Creation e' questa curiosa conversazione che ho trovato in rete di un graziosamente invecchiato Peter Astor insieme a Lawrence dei Felt, seduti sotto gli alberi in quello che direi essere Hampstead Heath.

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