91/ Cosa ci insegnano queste emergenze (ripresa).
Si parla tanto di ritorno alla normalita'.
Ma quale normalita'? Cosa c'e' di normale in questo sistema che sta distruggendo il pianeta, la salute mentale, le relazioni tra persone, il clima?
Un paio di anni fa, l'ho raccontato tante volte, mi vennero diagnosticati stati ansiosi gravi e depressione. Appena iniziai a stare meglio, decisi di interpretare la malattia per ripensare il mio modo di vivere. Per riprogrammare le mie priorita'. Per fare un po' d'ordine.
Perche' non possiamo collettivamente fare lo stesso? Perche' non interpretiamo queste emergenze come un invito a un radicale ripensamento collettivo del potere, della distribuzione, del rapporto con la natura?
E' chiaro che chi oggi e' classe egemone vuole tornare alla sua normalita'. Ma quella e' una delle normalita' possibili, e se mi passate il gioco di parole e' una normalita' assai poco normale.
Normale e' lavorare meno, leggere di piu', scrivere, comporre, muoverci camminando, contemplare il mondo, conoscerci tutti meglio guardandoci negli occhi e parlando senza dispositivi elettronici.
E poi guardate che il problema economico e' mal posto. Se le partite IVA non riescono a far fronte a una settimana senza lavorare, il problema non e' l'emergenza ma e' proprio la cosiddetta normalita'.
L'obiettivo non puo' essere ricominciare a lavorare come prima. L'obiettivo dev'essere cambiare il sistema alla radice, tutti insieme. Trasformare i rapporti di produzione, di distribuzione e di consumo in un'ottica di giustizia, e cioe' di bene comune.
Altrimenti stiamo tutti perdendo un'occasione importante.
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