Diario di bordo
Ieri sera la volevo dedicare a raccogliere un po' di materiale per la prossima puntata di Prospettive Musicali.
Ve l'ho gia' raccontato, in una notte particolarmente tranquilla alla radio, di quelle che invitano alla sincerita' e a lasciarsi un po' andare, quella volta che ho dovuto sostituire Vito War all'ultimo momento.
Prospettive Musicali lo considero un impegno ben superiore a quello che, alla fine, e' davvero. Raccolgo almeno 10 volte il materiale e le informazioni che effettivamente mi servono. Preparo una decina di playlist prima di arrivare a quella che ascolterete.
E, in questo laborioso (qualcuno dira' inutilmente laborioso) processo, mi distraggo, faccio altre cose.
Ieri sera a distrarmi e' stato proprio questo blog. Le puntate precedenti. Molto precedenti, tipo 2005 - 2006. Quanto scrivevo, all'epoca...
Mi ha colpito soprattutto lo spirito di diario di bordo, di desiderare raccontare le proprie giornate anche quando sono unremarkable (parola che purtroppo non so piu' tradurre in italiano), spirito che poi un po' e' andato perduto, per mille ragioni che sarebbe lungo elencare.
Questo blog e' una cosa piccolissima, che scrivo per pochi lettori che continuano a leggermi e che qualche volta mi regalano un prezioso commento. E per me, che non ho memoria e devo annotarmi tutto.
Ho sempre scelto di evitare hashtag, e di non pubblicizzarlo sui social network. L'ho fatto consapevolmente, per restare tra noi senza bisogno di introdurre una password. (Lo pubblicizzo alla radio, e' vero, ma solo alla fine di Prospettive Musicali, nella convinzione che, se siete arrivati fino in fondo, allora un po' simili potremmo esserli).
E insomma ieri sera mi sono trovato a pensare che quello spirito lo-fi che trovate ancora nelle prime puntate (accessibili dalla colonna qui a destra), fatto di piccole osservazioni e di appunti minimi e volutamente lasciati "grezzi", vada un po' recuperato, perche' e' un peccato si sia un po' perso.
Che ne pensate?
Ve l'ho gia' raccontato, in una notte particolarmente tranquilla alla radio, di quelle che invitano alla sincerita' e a lasciarsi un po' andare, quella volta che ho dovuto sostituire Vito War all'ultimo momento.
Prospettive Musicali lo considero un impegno ben superiore a quello che, alla fine, e' davvero. Raccolgo almeno 10 volte il materiale e le informazioni che effettivamente mi servono. Preparo una decina di playlist prima di arrivare a quella che ascolterete.
E, in questo laborioso (qualcuno dira' inutilmente laborioso) processo, mi distraggo, faccio altre cose.
Ieri sera a distrarmi e' stato proprio questo blog. Le puntate precedenti. Molto precedenti, tipo 2005 - 2006. Quanto scrivevo, all'epoca...
Mi ha colpito soprattutto lo spirito di diario di bordo, di desiderare raccontare le proprie giornate anche quando sono unremarkable (parola che purtroppo non so piu' tradurre in italiano), spirito che poi un po' e' andato perduto, per mille ragioni che sarebbe lungo elencare.
Questo blog e' una cosa piccolissima, che scrivo per pochi lettori che continuano a leggermi e che qualche volta mi regalano un prezioso commento. E per me, che non ho memoria e devo annotarmi tutto.
Ho sempre scelto di evitare hashtag, e di non pubblicizzarlo sui social network. L'ho fatto consapevolmente, per restare tra noi senza bisogno di introdurre una password. (Lo pubblicizzo alla radio, e' vero, ma solo alla fine di Prospettive Musicali, nella convinzione che, se siete arrivati fino in fondo, allora un po' simili potremmo esserli).
E insomma ieri sera mi sono trovato a pensare che quello spirito lo-fi che trovate ancora nelle prime puntate (accessibili dalla colonna qui a destra), fatto di piccole osservazioni e di appunti minimi e volutamente lasciati "grezzi", vada un po' recuperato, perche' e' un peccato si sia un po' perso.
Che ne pensate?
Commenti
Grazie per il riscontro L. Peraltro varrebbe anche per te, mi manca il tuo blog e quella serie infinita di commenti e discussioni nelle quali ci lanciavamo senza paracadute :)
Elena
Non trovare quello che si cerca e' bellissimo. In genere si trovano altre cose, e di solito si finisce per scoprire che le cose che troviamo cercandone altre ci fanno piu' felici di quelle che stavamo cercando.