I walk down Portobello road to the sound of reggae
I'm alive
I'm alive vivo muito vivo feel the sound of music
banging in my belly.
(da "Nine out of ten")
L'ho raccontato l'altro giorno nella versione radiofonica di questo blog e lo scrivo anche qui. Il momento piu' memorabile della settimana e' accaduto Lunedi' attorno a quest'ora, quando nel sotterraneo di Sounds of the Universe ho visto davanti a me una copia sigillata, pubblicata nel 1989, di Transa di Caetano Veloso, anno di grazia 1972.
L'ho rigirata per un po' tra le mie mani perche' credevo di vivere un sogno. Avevo fatto fare delle ricerche da Virgin e HMV e risultava cancellato dal 2001. Neanche una copia era disponibile in nessuno dei negozi di queste catene in tutto il Regno Unito.
Ho sognato per mesi di vedere questa copertina rossa materializzarsi davanti a me, e finalmente eccola, a mia disposizione in quel sotterraneo polveroso, in cambio della tutto sommato modica somma di 9 sterline e 99 pence.
Arrivato a casa, mi sono accorto che quello che ho scritto un paio di giorni fa a proposito dell'attesa che e' sempre piu' appagante della realizzazione, presenta le sue belle eccezioni. Perche' Transa e' ancora meglio di come lo avevo immaginato.
Transa e' uno dei dischi incisi a Londra da Veloso durante il suo esilio dal Brasile. E' un album fondamentalmente cupo, profondissimo. Una cosa che colpisce dal primo ascolto e' come nei momenti di massima concitazione, Veloso passa da cantare in inglese alla madrelingua portoghese, che evidentemente per lui e' sempre rimasta quella dei sentimenti.
Una traccia come "Nine out of ten" e' l'irripetibile incontro di un maestro della bossanova con i ritmi giamaicani che ascoltava a Ladbroke Grove in quegli anni. "You don't know me" inizia dolce come il miele e diventa acuminata come cocci di vetro. "Triste Bahia" e' riflessa sulla superficie di lacrime di ricordi.
Lo ascolto e lo riascolto. Mi capisce e io capisco lui.
Qualche frammento (molto lo-fi) lo potete ascoltare qui.
Commenti
Sembra di si, che trasmetta calore!Penso che anche la copertina di un disco, sia molto importante,in fondo è il suo biglietto da visita.Se poi il contenuto rispecchia quello che c'è dentro, bhe allora tanto meglio!Io spesso nell'acquisto dei vinili mi ispiravo alla copertina!
Peccato che non ci siano più i nostri cari e vecchi vinili, a me piacevano tanto..soprattutto vedere una copertina consumarsi.
A Londra trovi tutto o quasi: "mostri" sacri (Springsteen e Van Morrison nuovi), gruppi emergenti (Be Your Own Pet, Forward Russia), artisti di culto (l'ultimo Scott Walker, il nuovo doppio Paul Weller dal vivo, l'ultimo Stereolab), gran bei dischi (Sonic Youth, Shack, Richard Hawley). Per tacere poi delle cose che escono SOLO in vinile (un nuovo 12" di Devendra Banhart pubblicato dalla XL in sole 750 copie).
Mi piacerebbe aprire un negozio online per servire - da qui - la comunita' italiana nostalgica del caro vecchio "disco". Chissa' se qualcuno e' interessato...
mi riprendo un po'il sorriso!
Immagino l'emozione alla vista della copertina, tra l'altro davvero bella.
Oggi alla FNAC ho trovato, arrivata fresca fresca, una copia del CD di Tropicalia, gemella di quella finita nel bottino dei ladri che in Toscana hanno alleggerito me e Silvia, e ora l'ho di nuovo tra le mani.
Quando Nietzsche scrive che è più gratificante la caccia della preda (il birbante lo riferisce alle esperienze amorose, ma è facile applicare il principio ad altri ambiti della vita) in genere fa centro. Talvolta, come nel tuo caso, una "preda" si mostra all'altezza, o addirittura più pregiata, di quanto il cacciatore si fosse immaginato.
Un pizzico di sana invidia per il tuo bottino (sempre magificamente recensito) ma io mi consolo con una "preda" ritrovata e riscoperta.
Nicola
E poi sulla copertina c'e' quel marchietto, il vecchio logo della Philips, che da bambini si vedeva ovunque, dal televisore del nonno al frullatore della mamma al rasoio di papa'. E adesso su un disco che quando ti sembra di avere gia' ascoltato tutto apre frontiere nuove e costringe a rivedere e ripensare. Finalmente, finalmente.
Nicola -
Ti dico solo che via Amazon (il sito americano, non quello inglese) un paio di giorni fa ho comprato una copia nuova (nuova, ci credi? Perche' io finora l'avevo trovato solo usato e non mi ero fidato) di Tropicalia quello originale del 1968, edizione brasiliana. Dovrebbe arrivarmi quando sono in Italia, sto pensando di spostare ferie e volo perche' non resisto all'idea che lui e' qui e io a Milano. La scaletta e' tutta diversa dal Tropicalia di Soul Jazz al quale tu fai riferimento. Tra gli altri acquisti della settimana, ho in tasca un biglietto per Cat Power al Barbican Mercoledi' prossimo. Quando vedo un'occasione di felicita' non la lascio scappare io! E adesso a caccia di altre prede, c'e' ancora tanto da scoprire la' fuori. Il tutto dovrebbe poi essere trasmesso nella puntata di Prospettive Musicali del 2 Luglio (quelle prima sono tutte sospese causa mondiali).
Se volete acquistare il disco di Veloso recensito oggi su London Calling lo trovate li'. E se passate da Chicago, fateci un giro di persona.