Lunedi' 31 Gennaio 2005

Sono quasi le 11 di sera e nel mio lettore sta girando per la seconda volta consecutiva il terzo album dei californiani Rilo Kiley, uscito oggi in Europa (pubblicato invece negli Stati Uniti l’anno scorso). Lo aspettavo con trepidazione questo disco, e non mi ha deluso. Musica sospesa tra il dolce country soul di Tift Merritt, le ballate pop di Bright Eyes, il Paisley Underground. Il primo disco primaverile del 2005. Lo so, la Primavera e’ ancora lontana, ma questa musica prepara il cuore e fa pensare che l’Inverno non potra’ durare per sempre. Un disco da Domenica mattina con le finestre aperte questo “More adventurous” (Brute/ Beaute). Fantastica “Does he love you?”, arpeggi byrdsiani, voce che ricorda Carole King, arrangiamenti orchestrali che entrano proprio al punto giusto, sottolineando il crescendo di questo piccolo gioiello pop. E altrettanto irresistibile “I never” che si chiude con “Cause I never loved somebody the way that I loved you”. Magnifici Rilo Kiley.



***

Sarah aveva due inviti per la prima di un film argentino stra-incensato da Time Out, al Renoir stasera. Il film s’intitolava “La nina santa” e non mi sono mai annoiato cosi’ tanto al cinema. Avete presente il commento di Fantozzi a proposito di “La corazzata Potemkin”? Ecco, quel commento (non fatemelo ripetere) rappresenta perfettamente quello che penso di questo disastro. Nulla mi e’ piaciuto: la storia, i personaggi, gli ambienti. La trama non era confusa, di piu’. In poche parole: madre e figlia si innamorano dello stesso uomo, un dottore che va in una clinica termale molto “run down” per una conferenza. Dove Lucrecia Martel, la regista, abbia trovato un attore cosi’ scarso e improbabile non e’ dato sapere. Il tema affrontato, in modo approssimativo, e’ la tensione tra paura e desiderio, tra innocenza e perdita della stessa. Il finale sembrava determinato dal fatto che mentre giravano il film e’ improvvisamente finita la pellicola. La parola che si sentiva piu’ spesso all’uscita, pronunciata da un pubblico allibito, era “terrible”.


Commenti

Anonimo ha detto…
Ciao fabio,
qui Elisa;o)
Rilo K sarĆ  in concerto prima di Bright Eyes a Milano nell'unica data del tour italiano....adoro Bright Eyes, mi convince I'm Wide Awake, It's morning...l'altro devo ancora digerirlo un po'.
Devo digerire anche il fatto che un giovane e bravissimo musicista si conceda solo una data a Milano( al Transilvania??!!??), quando potrebbe certamente girare un po' di piu', fare piu' date...e che cavolo, ha 24 anni!!!no??;o)
In questi giorni la canzone del cuore ĆØ Bed is for Sleeping del mio amato Bonnie "Prince" Billy con Matt Sweeney...la trovo semplicemente meravilgiosa.
Spero tanto di tornare a conversare in onda con te prima o poi...
un bacione, stai bene, bye
elisa
Anonimo ha detto…
Elisa! Che bello sapere che mi leggi! Anche a me mancano le nostre chiacchierate in diretta! So che Patchanka sta andando molto bene: rock on!

Abbiamo gusti troppo simili: anch'io adoro l'album acustico di Bright Eyes e faccio un po' fatica a farmi piacere quello "digitale". La maggior parte dei giornalisti inglesi ho visto che condividono il nostro pensiero. Certo che lui e' strano. Qui a Londra qualche mese fa e' entrato in un pub di Archway e ha improvvisato un concerto davanti a 150 persone. Forse e' solo timido!

Di Bonnie Prince Billy che dire? Che e' un genio l'abbiamo detto e scritto tante volte. "Bed is for sleeping" e' una delle poesie dell'anno.

Baciiiii!
Unknown ha detto…
Hey...sono stata una delle prime fan di Bright Eyes..:) e ne sono molto orgogliosa.
Elisa, passero' il tuo commento ad un mio amico che lavora per la Saddle Creek chissa' se si riesca a fare qualcosa..Ed inoltre dal vivo e 10 mila volte meglio che su disco..:))) Goooooooooooood!
Fabio ha detto…
Verissimo. Mi hai prestato un suo disco quando stavo a Tower Hill, quindi doveva essere il 2001. E a me non piaceva tanto. E adesso invece lo ascolto in continuazione.
Unknown ha detto…
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